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PENSIERI E GHIRIBIZZI

Intorno alla mia culla scherzavano gli ultimi raggi lunari del secolo diciottesimo e i primi raggi mattutini del diciannovesimo.

Mia madre mi raccontava di aver veduto, durante la sua gravidanza, delle mele pendere in un giardino, ma di non averle volute cogliere per paura che suo figlio diventasse un ladro. E così io ho avuto sempre nella mia vita un'intima bramosia per i bei frutti, rattenuta però dal rispetto dell'altrui proprietà e dal ribrezzo del furto.

Io ho il carattere più pacifico di questo mondo. I miei desideri sono: una modesta capanna con un tetto di paglia, ma un buon letto, buon mangiare, latte e burro molto fresco; dinanzi alla finestra fiori, dinanzi alla porta qualche bell'albero; e se il buon Dio mi volesse rendere del tutto felice, dovrebbe farmi gustare la gioia di vedere a questi alberi appiccati sei o sette dei miei nemici. Commosso nel cuore, allora, dinanzi alla loro morte, loro perdonerei tutte le ingiustizie che mi hanno fatto in vita. Già, si deve perdonare ai propri nemici, ma non prima che si siano impiccati.

(Heinrich Heine - Pensieri e ghiribizzi - Trad. Antero Meozzi) 

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