La natura con i suoi stridenti arabeschi, con gli strani fiori giganteschi, gli alberi nani, i frutti baroccamente voluttuosi, gli uccelli dai colori stravaganti, è una fantastica caricatura al pari dell'uomo con il suo codino appuntito, i suoi inchini, le lunghe unghie, la sua vecchia saggezza e l'infantile lingua monosillabica.
Uomo e natura non possono guardarsi, laggiù, senza avere una gran voglia di ridere. Ma non ridono forte perchè sono - entrambi - troppo civili e cortesi; e per reprimere il riso fanno facce buffissime e serie nel medesimo tempo. Non ci sono, laggiù, né ombra né prospettiva. Sulle case variopinte s'innalzano, l'uno sopra l'altro, una serie di tetti simili a tanti ombrelli aperti dai quali pendono campanelle metalliche, di modo che il vento, soffiando, è costretto a rendersi ridicolo con un matto scampanellio.
(Heinrich Heine - La Germania - Libro Terzo; Trad. Paolo Chiarini)
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