- Niente che voglia andare a ritroso, a questo mondo, - mi disse una vecchia lucertola sapiente; - tutto tende a progredire, e alla fine la natura farà un gran balzo avanti: le pietre diventeranno piante, le piante animali, gli animali uomini e gli uomini Dèi.
- E che ne sarà di quei buoni diavoli, i poveri vecchi Dèi?
- Si vedrà, caro amico, - rispose quella. - Probabilmente abdicheranno, o si troverà un modo dignitoso di mandarli in pensione.
Molti segreti appresi, dai miei filosofi naturali dalla pelle a geroglifici; ma ho dato la mia parola d'onore di non svelarne nessuno. Ora ne so più di Schelling e di Hegel.
- Che cosa ne pensa, lei, di questi due? - mi chiese con un sorriso sprezzante la vecchia lucertola, quando pronunciai al suo cospetto i loro nomi.
- Se si considera, - risposi - che sono semplicemente uomini, non lucertole, c'è da rimaner stupefatti della loro sapienza. In fondo, non insegnano che la stessa dottrina, la filosofia a voi ben nota dell'identità; solo nel modo di esporla differiscono. Quando Hegel illustra i primi princìpi della sua filosofia, par di vedere quelle tali figurine graziose che un abile maestro suol comporre mettendo artisticamente insieme ogni sorta di numeri, cosicchè uno spettatore comune vede solo l'apparenza esterna, la cassetta, la navicella, il soldatino che queste cifre formano, mentre uno scolaretto pensoso riconoscerà nel disegno la soluzione di un complicato problema aritmetico. In Schelling, le esposizioni ricordano piuttosto le figure di animali caratteristiche dell'India, che risultano dal fantastico intreccio di ogni sorta di animali, serpenti, uccelli, elefanti e simili ingredienti vivi. Questo modo di esporre è molto più gradevole, festoso, pulsante; in tutto esso, vive; mentre le cifre astratte di Hegel ci contemplano grigie, fredde, morte.
- Bene, bene, - rispose la vecchia lucertola - intuisco ciò che lei vuol dire; ma, di grazia, hanno molti discepoli, questi filosofi?
Le spiegai, allora, come nel dotto caravanserraglio di Berlino i cammelli si diano convegno intorno alla fontana della saggezza hegeliana, vi si inginocchino, si facciano caricar sulla gobba gli otri più preziosi e riprendanoil cammino per deserti sabbiosi della marca brandeburghese. Le descrissi inoltre come i novelli ateniesi facciano ressa alla fonte della spirituale bevanda schellinghiana, come se fosse la birra più gradevole, la coppa della vita, l'elisir dell'immortalità...
Una gialla invidia colse il piccolo filosofo della natura, quando seppe che i suoi colleghi godevano di un simile uditorio, e chiese stizzito: - Quale dei due ritiene più grande?.
- Non è cosa ch'io possa decidere, - fu la mia risposta, - più che non possa decidere se la Schechner è superiore alla Sonntag, e penso..
- Penso! - esclamò la lucertola, in un tono aspro e saccente, di profondo sprezzo. - Penso! E chi di voi pensa? Mio saggio signore, sono tremila anni che compio ricerche sulle funzioni intellettive degli animali, con particolare riguardo agli uomini, scimmie e serpenti; ho consacrato a queste strane creature la stessa sollecita cura che Lyonnet ai bruchi del salice e, a coronamento delle mie osservazioni, esperimenti e comparazioni anatomiche, posso assicurare nel modo più assoluto che nessun uomo pensa, solo ogni tanto vi salta in testa un ghiribizzo, e questi innocenti ghiribizzi chiamate pensieri, e l'allinearli chiamate pensare. Ma lo proclami pure a mio nome: nessun uomo pensa, nessun filosofo pensa, non pensano né Schelling né Hegele , quanto alla loro filosofia, non è che aria ed acqua, come le nuvole del cielo. Quante e quante di queste nuvole ho viste passarmi sopra, boriose, sicure di sé, e sciogliersi nel nulla primigenio al primo sole del mattino! Non v'è che una sola vera filosofia, e sta scritta in geroglifici eterni sulla mia coda!
Con queste parole, pronunciate con enfasi sdegnosa, la vecchia lucertola mi voltò la schiena e, mentre zampettava via pian piano, ci vidi sopra i più meravigliosi caratteri, snodatisi su tutta la coda in un variopinto linguaggio allusivo.
(Heinrich Heine - Impressioni di Viaggio - Italia - Trad. Bruno Maffi)
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