La rosa ha le sue spine; di difetto
credo perfino che non siano esenti
lassù nel cielo gli angioli innocenti.
Il tulipano non ha olezzo. Al reno
si dice: "Anche Onestuomo rubò almeno
un porco". Senza quel suicidio ardito
udreste che Lucrezia ha partorito.
Il pavone superbo ha il piede orrendo.
La spiritosa dama dà, leggendo
l'Henriade di Voltaire, noia a chi ascolta,
come il Messia di Klopstock qualche volta.
Vacca dotta in spagnolo non si trova,
nè Massmann sa il latino. Fin Canova
a Venere il sedere troppo raso
ha fatto, e Massmann naticuto ha il naso.
In dolce carme un'aspra rima è fiele
come aculeo d'ape dentro il miele.
Achille aveva il piede vulnerabile,
e che Dumas è meticcio è incontestabile.
L'astro che lassù in cielo ha più splendore
casca giù se si piglia il raffreddore.
Della botte a seconda può piacere
il miglior sidro, e il sole ha macchie nere.
E tu, Signora egregia, tu non sei
neppur senza difetti, senza nei.
Mi guardi - e chiedi: "Cosa mi contamina?
Cosa mi manca?" - Un petto, e in petto un'anima. -
(Heinrich Heine - Romanzero - Trad. Giorgio Calabresi)
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